L’ulcera cutanea degli arti inferiori è una soluzione di continuo della cute che non tende alla guarigione spontanea, ma bensì alla cronicizzazione e al peggioramento. Le ulcere cutanee colpiscono soprattutto le persone anziane con una diretta correlazione tra età e incidenza della malattia.
Infatti se a 60 anni circa l’1% dei pazienti ne è affetto, questa percentuale sale al 5% nei pazienti ultraottantenni! Sulla base dei dati disponibili, circa incidenza e prevalenza della malattia, si stima che in Italia ci siano circa 2 milioni di pazienti con ulcera cutanea. L’ulcera cutanea è una malattia gravemente invalidante, essendo spesso molto dolorosa e di lunga durata. Circa il 50% delle ulcere non giunge a guarigione prima di 1 anno, il 20% non prima di 2 anni e l’8% oltre i 5 anni!
La loro posizione, declive rispetto al corpo, le rende facilmente esposte a sovrainfezioni batteriche. Tale complicanza si rileva con produzione di abbondante essudato talvolta maleodorante, obbligando a ripetuti cambi di medicazione. In queste condizioni spesso i pazienti perdono la loro capacità lavorativa e la loro partecipazione alla vita sociale, con conseguente compromissione della qualità di vita. E’ importante sottolineare che le ulcere cutanee sono sempre il sintomo, più eclatante, di un’altra malattia. Nel 90% si tratta di una malattia della circolazione, più spesso una insufficienza venosa (70%) piuttosto che un deficit arterioso o arteroso-venoso associati, e da malattie autoimmuni.
Rari sono i casi in cui la malattia ulcerativa è espressione di una neoplasia della pelle. Ovviamente i traumi causando ferite, anche piccole, in persone affette da malattie vascolari, possono portare alla formazione di ulcere croniche. Di fronte ad un paziente con ulcera cutanea, il primo step del percorso diagnostico terapeutico è la ricerca della sua causa. Un accurato esame clinico è necessario per orientare la diagnosi che andrà confermata sottoponendo il paziente ad uno screening vascolare o, più raramente, ad accertamenti dermatologici e reumatologici. Sulla base degli accertamenti si instaurerà la terapia della malattia di base che sostiene l’ulcera.
A questa va necessariamente associata una assunzione di norme comportamentali corrette (esempio una regolare attività fisica alternata a riposo in posizione supina con arti in scarico venoso ogni qualvolta sia possibile) e una adeguata terapia locale. In particolare sono fondamentali per una ottimale gestione dell’ulcera cutanea la elasto-compressione, adattata ovviamente alla causa dell’ulcera, e la medicazione locale. Proprio in questa fase si inserisce il ruolo dell’Infermiere Specialista la cui funzione è quella di seguire nel tempo la progressiva evoluzione della guarigione, adattando le diverse opzioni terapeutiche disponibili allo stato locale, monitorando le variazioni dell’ulcera, pronto a cogliere i segni di eventuali peggioramenti sempre in agguato in una malattia cronica per definizione.
Questo percorso favorisce, di solito, la guarigione dell’ulcera, mentre il mancato rispetto dei vari passaggi necessari, i frequenti errori che vengono fatti nella prescrizione della terapia compressiva o delle medicazioni, la scarsa propensione dei pazienti a muoversi o a riposare in posizione supina possono portare a quella lunghissima durata dell’ulcera sopra riportata. Infine, in un numero relativamente piccolo di pazienti l’ulcera, per vari motivi (esempio la coesistenza di diabete, malattie del circolo arterioso, malattie reumatologiche), non guarisce nonostante una corretta diagnosi e terapia. Sono questi i casi in cui può essere indicato il trattamento chirurgico con impianto di un innesto cutaneo.